Distopia di Roberto Mandrà

I futuri im/possibili di Biodanza

Da Wikipedia Distopia: una distopia, o anche anti-utopia, utopia negativa o cacotopia, è una descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro, ma prevedibile sulla base delle tendenze del presente, percepite come altamente negative, in cui viene presagita un’esperienza di vita indesiderabile o spaventosa.

Il presagio indesiderabile è, in questo caso, riferito alla Biodanza.

Il tutto nasce da una domanda durante il LIB, un laboratorio volto ad orientarsi in questi momenti di cambiamento epocale, a causa della pandemia del Corona Virus. Una proposta dell’Università popolare internazionale Biocentrica Scuolatoro, condotto da Viviana Luz Toro e Rodrigo Toro, per affrontare le modalità di possibili diffusioni on-line della Biodanza.

Cos’è per me la Biodanza?

Ed ecco la mia risposta, in una prospettiva temporale.

Passato: la poetica dell’incontro umano, con contatto sensibile, così come l’abbiamo conosciuta.

Presente: la poetica dell’incontro umano, senza contatto; obbligatoria la distanza, possibilità di gruppo solo on-line. Nonostante l’obbligo di distanza legislativo, a mio parere, on-line comunque si può interagire sui 3 dei 5 sensi del corpo per lo sviluppo dell’incontro.

Futuro: tre possibilità o distopia

romanzi distopici 1024x576Immagina tratta dal blog di Giovanni Ronci sui romanzi distopici


La prima
La poetica dell’incontro umano con contatto sensibile, in uno spazio e tempo clandestini. Nel peggiore dei casi con tute e maschere antivirus, ma che permettano comunque un contatto, una presenza, un’umanità il più sensibile possibile.

La seconda
La poetica dell’incontro umano con contatto sensibile, basato sulla tecnologia avanzata sensoriale neuronale virtuale. Causa: pandemie, o peggio ancora moda, comodità o pigrizia. O ancora un’assuefazione al contatto.

Alcuni film di vecchia data, già presagivano a questa eventualità di vivere in modalità virtuale. Vedi “Strange Days”, “Atto di Forza”, “Matrix”, per citarne alcuni. E senza andare troppo lontano già adesso, attraverso i video games e caschi particolari connessi al gioco, il virtuale diventa reale, si ha la sensazione di vivere ed interagire e di essere un tutt’uno.

La terza
La possibilità di attingere dal passato e dal futuro, mantenendo al centro l’importanza della vita, la nostra vita. Così facendo ci ricolleghiamo al Principio Biocentrico, che pone la vita al centro dell’universo che vive.

Durante la quarantena, di Marzo e Aprile 2020, in noi, vengono a crearsi delle nuove modalità temporanee, che di per sé, per il bene personale e comune di tutti, si insidiano nei nostri comportamenti e abitudini personali. Che sia voluta o no, la paura di contrarre la malattia e rischiare di trasmetterla, o peggio ancora di morire, entrano fortemente nelle nostre vite, modificandole e cambiando i nostri comportamenti.

Le fobie anti-contatto aumentano, la paura e l’auto difesa viene innalzata.

La distanza umana, già in atto nel tessuto sociale moderno, lavorativo e urbano, aumenta rispetto a tutte le altre forme molto umane e sociali che tendono a ridurla.

Visioni sul futuro della Biodanza

Da qui nasce una mia personale visione del futuro della Biodanza, e del suo possibile adattamento al genere umano o ai cambiamenti dell’ambiente in cui viviamo e di cui stiamo dilapidando le risorse e gli equilibri.

Come al giorno d’oggi i partigiani ci ricordano e ci fanno riflettere come loro hanno combattuto per la liberta e la vita, i partigiani futuri della Biodanza ci ricorderanno cosa vuol dire un incontro, una carezza, il danzare seguendo i ritmi della musica, lo stare insieme, formare dei gruppi, dei nuclei e degli assembramenti. Parola usata in questo periodo in associazione al divieto, a qualcosa che non va bene. Tutto questo accadrà. Nonostante i divieti e anche se le condizioni socio-sanitarie e ambientali non lo permetteranno.

Forme clandestine di assembramento

Sorgerà una forma clandestina di assembramento (appunto come i partigiani), per mantenere e ricordare i benefici della Biodanza. Utilizzeremo anche delle tute protettive, se ciò fosse necessario per mantenere la possibilità del contatto e la salute allo stesso tempo.

Vista così ai giorni nostri, può sembrare una visione negativa, inaccettabile. Ma se la vediamo o la immaginiamo come una forma invece, una possibilità di prevenire, una diversa possibilità, pur di accedere all’universo della Biodanza, e alla sua educazione Biocentrica, allora tutto può cambiare. Tutto può essere visto e immaginato diversamente e allora tutto cambia. L’oscuro Yin si trasforma, facendo subentrare il chiaro Yang, e tutto diventa più chiaro, più trasparente, armonioso e rotondo che sia YIN o che sia YANG. La natura e l’universo ci manifestano sempre la loro coesistenza.

Purtroppo l’armonia non è ciò che abbiamo visto con i nostri medici e infermieri. Partigiani anch’essi. I quali, senza dispositivi di protezione idonea, hanno dato la loro vita attraverso la presenza, la cura, e il contatto umano, per salvare la vita di altri.

Mentre scrivo, brividi in tutte le cellule del mio corpo. Mi ricordano la vita che scorre in me. E anche se è poco rispetto alla grandezza di questi eroi partigiani, io dico, anzi scrivo, e penso e vivrò del ricordo della mia vita. Questa.

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