Le quattro tendenze attuali di sviluppo del Sistema Biodanza. Elogio alla diversità. Di Eliane Matuk

Da quando ho conosciuto la Biodanza, più di trent’anni fa, si stavano già configurando due sviluppi diversi da quello originario di Rolando Toro Araneda, il creatore di questo sistema. 

Uno di questi sviluppi era rappresentato da operatori di Biodanza che applicavano la metodologia improvvisando liberamente, senza osservare i criteri metodologici elaborati da Rolando Toro per la strutturazione degli esercizi e la selezione delle musiche appropriate, in conformità al suo modello teorico.

Il secondo era rappresentato dall’iniziativa di Cezar Wagner, allora direttore della Scuola Nordestina di Biodanza (localizzata a Fortaleza, in Brasile), di assimilare la Biodanza a una ideologia politica.

Entrambe queste tendenze si discostavano dal sistema Biodanza di Rolando Toro Araneda.

La prima perché il scegliere musiche o sviluppare nuovi esercizi senza riferirsi ai criteri metodologici portava a una denaturazione dell’identità del Sistema Biodanza.

Quest’ultimo è strutturato come un “sistema” (nel senso della teoria dei sistemi) la cui identità deriva dalla relazione di precisa corrispondenza fra le sue parti, che sono la teoria e la metodologia.

Questa corrispondenza è data dai criteri metodologici che sono alla base della selezione delle musiche e della strutturazione degli esercizi.

I criteri metodologici sono stati elaborati in relazione al modello teorico e costituiscono l’anello di collegamento fra teoria e metodologia.

Secondo la teoria dei sistemi l’inosservanza di questi criteri può sconfinare sia nella denaturazione dell’identità del sistema, con la conseguente riduzione dei suoi effetti, sia nella scomparsa del sistema stesso.

La seconda tendenza, quella di politicizzazione della Biodanza, è antitetica rispetto agli aspetti che caratterizzano a priori il Sistema Biodanza, per scelta teorica e metodologica di Rolando Toro Araneda: la Biodanza è non ideologica e aconfessionale, quindi non si collega ad alcun tipo di ideologia né di tipo politico né religioso.

Alcuni anni prima della scomparsa di Rolando Toro è sorta in Europa una terza tendenza di sviluppo, rappresentata dal gruppo denominato Embrace, un gruppo di operatori di Biodanza la cui proposta consiste nel considerare le due tendenze prima descritte equivalenti e di pari valore rispetto alla teoria e alla metodologia del creatore della Biodanza.

Per un incomprensibile timore del confronto i membri del gruppo Embrace, sotto il retorico grido dell’Unità, vogliono negare le differenze per comprenderle inglobandole, anziché affermarle nel dialogo rispettando così la loro esistenza.

***

Dopo la morte di Rolando Toro, avvenuta il 16 febbraio 2010, queste tre tendenze, manifeste dapprima con discrezione, hanno cominciato a esplicitarsi in modo deciso.

Lo scenario della Biodanza che è andato delineandosi nell’arco di questi ultimi due anni si caratterizza infatti dalla differenziazione decisamente più netta delle tre tendenze di sviluppo prima descritte rispetto alla proposta originaria di Rolando Toro Araneda.

Quindi il contesto attuale di sviluppo del Sistema Biodanza sembra definito da quattro principali tendenze:

–       Quella proposta da Rolando Toro Araneda, il creatore della Biodanza, basata sulla scientificità e  rappresentata dall’Assessorato alla Metodologia, gruppo di suoi assistenti da lui costituito durante la sua vita.

–       Quella basata sull’improvvisazione libera e rappresentata dalla rete CIMEB (Comitato di Investigazione di Musiche ed Esercizi di Biodanza), gruppo auto-costituitosi dopo la scomparsa di Rolando Toro Araneda.

–       Quella della politicizzazione della Biodanza, vincolata alla Scuola di Biodanza di Fortaleza (nord-est del Brasile) e rappresentata da Cezar Wagner, Ruth Cavalcanti e da loro collaboratori e simpatizzanti.

–       Quella dell’uniformazione delle tre precedenti, rappresentata dal gruppo Embrace e articolata in base a un processo di negazione delle differenze, similare a mio avviso ai processi caratteristici della globalizzazione.

Durante la sua vita Rolando Toro Araneda ha rispettato le scelte di coloro che prediligevano le nuove tendenze di sviluppo rispetto alla scientificità della sua proposta.

Ma ha sempre continuato per la sua strada e nella sua ricerca, proseguendo lo sviluppo del Sistema Biodanza in conformità al suo modello teorico e ai suoi criteri metodologici; sviluppo caratterizzato da una scientificità continuamente aggiornata in relazione ai progressi della scienza.

Condivido pienamente il pensiero biocentrico di Rolando Toro e i molti anni (più della metà della mia vita) dedicati allo studio della sua teoria e metodologia mi portano sempre a ricordare la postulazione del Principio Biocentrico, da lui proposto e definito, che colloca il rispetto della vita come riferimento a priori per lo sviluppo dei valori culturali.

Propone la valorizzazione delle diversità come espressioni di vita, poiché essa si esprime attraverso la diversità:

Il principio biocentrico è quindi un punto di partenza per strutturare le nuove percezioni e le nuove scienze del futuro con modalità riferite all’esistenza: priorità attribuita al vivente; determinismo fisico considerato illusorio; abbandono progressivo del pensiero lineare in favore della percezione topologica e della poetica della similitudine; squalifica delle filosofie che cercano una verità unica, poiché dietro ogni verità se ne nasconde un’altra. [1]

L’esistenza di più tendenze rappresenta, dal punto di vista biocentrico, un’espressione della diversità. A mio avviso le differenze fra le diverse tendenze vanno valorizzate, sottolineate e rispettate.

Nel livellamento che disconosce le differenze è insito un rischio di appiattimento della diversità, di impoverimento dello sviluppo presente e futuro della Biodanza.

L’uniformazione comporta inoltre il rischio di scomparsa della modalità di sviluppo del Sistema Biodanza strutturata da Rolando Toro Araneda, in cui le parti del sistema stesso – teoria e metodologia – si trovano in una relazione di precisa corrispondenza stabilita dai criteri metodologici da lui ipotizzati, studiati, elaborati e collaudati nell’arco di lunghi anni di sperimentazione e ricerca.

Questa è la modalità di riferimento per tutte le tendenze che ne sono scaturite e che possono scaturire ancora. È la sorgente, il parametro di base che se venisse a scomparire tutte le altre tendenze rimarrebbero prive di riferimento per i loro sviluppi futuri.

Secondo il suo creatore, Rolando Toro Araneda, la Biodanza è un’aperta trasgressione dei dettami di alienazione della società dei consumi [2]. Infatti egli ha desiderato sviluppare una proposta che potesse liberare l’essere umano dagli effetti alienanti della massificazione e questo è uno dei valori importanti della Biodanza.

Ora mi domando, davanti all’esplicito tentativo di Embrace di uniformazione delle tendenze di sviluppo, se la pressione esercitata dal processo di globalizzazione del pianeta sarà diventata ormai tanto forte da condizionare paradossalmente anche lo sviluppo della Biodanza.

In ogni caso mi sembra che a contribuire a questa tendenza ci siano anche altri fattori, tra cui la differenza qualitativa della formazione degli insegnanti di Biodanza, che purtroppo in alcuni casi è davvero distante dallo studio approfondito della teoria e della metodologia di Rolando Toro Araneda.

Se da una parte gli operatori che hanno avuto una formazione diversa non hanno la responsabilità di questo processo, dall’altra la scelta di fare scomparire la modalità di riferimento è a mio avviso priva di senso.

Già negli anni ’50 l’antropologo Claude Lévi-Staruss [3], contemporaneo di Rolando Toro, ormai rassegnato di fronte alla crescente globalizzazione, si riferiva ad essa attraverso una metafora agricola:

Non c’è più nulla da fare: la civiltà non è più quel fragile fiore che, per svilupparsi a fatica, occorreva preservare in angoli riparati di terreni ricchi di specie selvatiche, indubbiamente minacciose per il loro rigoglio, ma che permettevano anche di variare e rinvigorire le sementi. L’umanità si cristallizza nella monocultura, si prepara a produrre la civiltà di massa, come la barbabietola. La sua mensa non offrirà ormai più che questa vivanda.

E così come i fiori rari della foresta amazzonica rischiano di scomparire a causa della monocultura voluta dalla globalizzazione, i fiori rari del pensiero di Rolando Toro Araneda rischiano di scomparire a causa della globalizzazione della Biodanza.

Eliane Matuk

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[1] Rolando Toro, “Biodanza”, Red edizioni, Milano, 2000, p. 49
[1] Rolando Toro, “Das System Biodanza” , Tinto Verlag, 2010, Seite 78

[2] Rolando Toro, Op.cit., p. 21

[3] Claude Lévi-Strauss, “Tristi tropici”, Il saggiatore, Milano, 2008, p. 31

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